Bobby Sands (1954-1981)
attivista politico socialista
per l’indipendenza dell’Irlanda del nord.
Nella seconda metà del secolo scorso, l’Irlanda è ancora colonia inglese e Belfast e Derry saranno scenario di: incursioni, arresti arbitrari, apartheid, esecuzioni extragiudiziali e squadroni della morte. Chiunque si opponesse all’egemonia inglese sarà sistematicamente schiacciato. Con l’introduzione dell’internamento senza limiti di tempo nel 1971 e il ritiro della status di prigioniero politico nel 1976, il governo inglese mirava a presentare i detenuti dell’IRA e dell’INLA, come criminali comuni. Antichi canti rivoluzionari non a caso, parlano di “Libertà o morte”, spesso le due cose saranno strettamente connesse.
Così lə attivistə irlandesi sceglieranno lo sciopero della fame fino alla morte, come secondo tradizione gaelica.
Bobby Sands inizierà lo sciopero della fame il giorno del suo compleanno e dopo 66 giorni diventerà il primo martire per la causa repubblicana e socialista.
Dopo la sua morte, l’opinione pubblica internazionale finalmente inizierà a parlare della dirty war condotta dal governo britannico.
Bobby nasce nel 1954 a Rathcoole, al nord di Belfast. Ha dieci anni quando la sua famiglia è costretta a trasferirsi a causa delle costanti intimidazioni lealiste. A sedici anni inizierà a lavorare come apprendista costruttore di autobus. Due anni più tardi si dovrà trasferire nuovamente a Belfast est in seguito ad altre minacce.
Bobby verrà infatti minacciato e aggredito sia sotto casa che sul posto di lavoro, si unirà quindi all’IRA, (Irish Republican Army), in gaelico Oglaigh na hÉireann (letteralmente Volontari d’Irlanda). L’organizzazione di guerriglia si batterà per la fine della presenza britannica in Irlanda del Nord e per la riunificazione con la Repubblica d’Irlanda.
A ottobre dello stesso anno, Bobby verrà arrestato in seguito al ritrovamento di quattro pistole nella sua abitazione. Sconterà tre anni nel carcere di Long Kesh, nel quale si dedicherà alla lettura e terrà corsi per gli altri detenuti.
Rilasciato quattro anni dopo, tornerà in libertà per sei mesi prima di essere nuovamente arrestato. Sarà infatti trovato vicino al luogo dove c’era stato un attentato dinamitardo.
Gli interrogatori saranno brutali e dureranno sei giorni, Bobby in ogni caso fornirà solo i suoi dati anagrafici, rifiutandosi di rispondere a qualsiasi altra domanda.
Nello stesso anno allə attivistə sarà revocato lo status di prigioniero politico.
Trasferiti nella parte moderna del carcere, H block, vengono costretti a indossare l’uniforme carceraria del criminale comune.
Avrà così inizio alla protesta della coperta, che prevedeva di indossare solo una coperta al posto della divisa carceraria. Due anni più tardi, per protestare contro la brutalità dei secondini che li picchiavano sistematicamente nei bagni, daranno invece vita alla protesta della sporcizia, preferendo spalmare i loro escrementi sui muri delle loro celle e lanciare la loro urina nei corridoi anziché accedere ai bagni.
Intanto Bobby resterà custodia cautelare per undici mesi fino al suo processo nel settembre 1977, nel quale, come in precedenza, si rifiuterà di riconoscere la corte.
Nonostante non ci fossero prove per collegare Bobby e gli atri tre imputati all’attentato, il verdetto sarà di 14 anni di detenzione per ognuno di loro.
Bobby trascorrerà i primi ventidue mesi in isolamento, quindici dei quali completamente nudo. Tornato negli H-Block si unirà alle proteste e scriverà con lo pseudonimo di “Marcella” numerosi articoli e lettere, usando al posto di fogli, piccoli pezzi di carta igienica che verranno affidati alla moglie o allə compagnə durante le visite.
Le condizioni di detenzione saranno descritte alla stregua dei lager nazisti.
Dopo oltre 4 anni, passati nudi con una coperta addosso, in mezzo ai propri escrementi, lə primə 7 attivistə annunceranno lo sciopero della fame. Qualche mese dopo, il loro esempio verrà seguito da altrə 30 detentutə, ma comunque le loro richieste non saranno ascoltate.
Margaret Thatcher, nonostante pressioni da vari ambienti, rifiuterà categoricamente qualsiasi compromesso con lə detenutə.
Avrà quindi inizio ad un secondo sciopero della fame, con le seguenti richieste:
-Diritto di indossare i propri vestiti e non la divisa carceraria.
-Diritto di non svolgere il lavoro carcerario.
-Diritto di libera associazione con gli altri detenuti durante le ore d’aria.
-Diritto di avere reintegrata la remissione di metà della pena, (diritto che avevano perduto in conseguenza delle proteste carcerarie)
-Diritto di ricevere pacchi settimanali e accesso alle attività ricreative.
A differenza del primo sciopero di massa, Bobby questa volta suggerirà l’idea di fare uno sciopero a staffetta, in modo da allungare i tempi, nella speranza di interessare maggiormente l’opinione pubblica.
Il 20 marzo all’improvvisa morte del parlamentare Frank Maguire, suo fratello Noel e Sinn Féin del Partito Social Democratico-Laburista (SDLP), scelgono Bobby Sands come unico candidato dell’opposizione. Bobby verrà eletto sebbene fosse in carcere, tuttavia, nemmeno un fatto così eclatante smuoverà la Thatcher di un millimetro, anzi, la farà inacerbire ulteriormente. Verrà introdotto d’urgenza il Representation of the People Act, che vieta la partecipazione alle elezioni per lə detenutə, e non solo, prima di potersi candidare sarebbero dovuti trascorrere cinque anni dal termine della pena.
Il 5 maggio 1981 Sands morirà dopo 66 giorni di sciopero della fame, venendo prontamente sostituito nel digiuno da Joe McDonnell.
Il 12 maggio si spegnerà Francis Hughes, mentre il 21 maggio, moriranno McCreesh e O’Hara.
Tutti e tre saranno sostituiti nello sciopero da altri detenuti, per un totale di nove morti.
Prima della tumulazione, le famiglie realizzeranno con orrore che le guardie si erano accanite barbaramente sui corpi ormai senza vita dei loro figli.
Dopo la morte di Bobby, molte persone si sentiranno spinte ad aiutare a spezzare la connessione britannica aiutando l’IRA.
I numerosi successi elettorali conseguiti durante lo sciopero, indirettamente spianarono la strada al successo elettorale del Sinn Féin.
Nell’aprile 1998, dopo un referendum, verrà firmato l’Accordo del Venerdì Santo, che sarà fondamentale nel processo di pace, tutelando diritti civili e culturali, garantendo la smilitarizzazione, introducendo riforme per la giustizia, l’indipendenza e autonomia.
Lo stesso giorno si voterà anche per revisionare la Costituzione.
“Ero soltanto un ragazzo
della working class
proveniente da un ghetto nazionalista,
ma è la repressione che crea
lo spirito rivoluzionario della libertà.
Io non mi fermerò fino a quando
non realizzerò
la liberazione del mio paese.
Fino a che l’Irlanda
non diventerà
un’ indipendente repubblica socialista”.
(da Un giorno della mia vita, autobiografia Bobby Sands)
