Orso: partigiano internazionalista in Rojava

Lorenzo “Orso Tekoşer” Orsetti (1986-2019)
anarchico e partigiano per la rivoluzione dei popoli in Siria del Nord e dell’Est. Darà la vita per difendere il Confederalismo Democratico e le popolazioni vittime del genocidio turco e del fondamentalismo islamico.

Lorenzo nasce in provincia di Firenze, il 13 febbraio del 1986. Fin dall’infanzia manifesta un carattere tenace, altruista e una profonda insofferenza nei confronti delle ingiustizie e dell’autorità. Questa ricerca di autonomia lo porterà a cominciare a lavorare molto giovane.
Negli anni maturerà una coscienza politica anarchica e pur non militando attivamente nessun gruppo, inizierà ad interessarsi alla questione curda.
Il 22 settembre del 2017, presa coscienza che la Rivoluzione tanto sognata è ora, parte come internazionalista per il Rojava.

“La rivoluzione più bella del mondo! Non avete idea di che sollievo sia trovare un posto dove parole tipo: libertà, uguaglianza, democrazia, rispetto, femminismo, socialità etc.. hanno ancora un senso, non sono state ancora stravolte, o peggio svuotate di ogni significato. La cosa più bella che ho trovato qua finora? La speranza, e me la tengo ben stretta.”

(10 dicembre, qualche mese dopo il suo arrivo.)

Terminato l’addestramento militare, si unirà alla Brigata Internazionale di Liberazione.
Il 20 gennaio 2018, l’esercito turco annuncia l’operazione Ramoscello d’Ulivo, che dichiara necessaria per liberare il cantone di Afrin dall’ISIS. In realtà però, quei territrori erano già stati liberati da YPG e YPJ da ormai quattro anni.
Afrin infatti, era la visibile testimonianza che il Confederalismo Democratico funzionava, e al momento dell’invasione turca, nella città vivevano pacificamente moltissime diverse etnie di religioni differenti. Tuttə cooperavano in pace senza più l’ombra del fondamentalismo. Il governo turco non solo assedierà Afrin sottoponendo lə residenti a massacri e deportazioni, ma farà prontamente arrivare bande jihadiste a insediarsi nella città ancora fumante e ricoperta di cadaveri.
Erdogan impiegherà i droni e bombardamenti aerei dell’esercito turco via aria e le bande di tagliagole dell’ISIS (che diceva di voler combattere), via terra. Dopo tutti gli sforzi possibili della guerriglia, alla fine Afrin cadrà.
Lorenzo combatterà sulle montagne e sarà fra lə ultimə a lasciare la città. Vedrà morire una quantità indicibile di compagnə e civili, specie bambinə, denunciando anche che l’esercito turco impiega armi europee e americane per raggiungere i suoi scopi.
Dopo Afrin, Lorenzo combatterà contro il califfato a Til Tamir e a Deir ez-Zor. Nonostante sia impegnato al fronte, riuscirà a ritagliarsi del tempo per scrivere reportage di battaglie, riflessioni e pensieri, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica. Questi scritti sono stati recentemente raccolti in un libro, ORSO curato anche dalla sua famiglia, ormai da anni attivamente impegnata nella causa.
Il 19 dicembre del 2018, l’America ritira completamente le sue truppe dalla Siria del Nord e con un tweet Trump annuncia che la guerra all’ISIS è ormai conclusa. Niente di più falso.
Erdogan, può così proseguire nella realizzazione del suo orrido disegno genocida e di distruzione del Rojava con l’unico disturbo della guerriglia. Nel frattempo tutta la comunità internazionale tace di un silenzio nero di morte e vergogna.
Nel Marzo 2019, YPG e YPJ e battaglioni alleati, riescono a liberare dall’ISIS anche la fascia di Deir ez-Zor, tuttavia la situazione per lə profughə resta tremenda e su territorio sono presenti ancora molte mine e svariate trincee tunnel.
Il 12 marzo Lorenzo parte per Baghuz. Sei giorni dopo cadrà in battaglia.
La rivoluzione curda era quanto più si avvicinava ai suoi ideali, per questo è partito, lasciando amichə, famiglia, un lavoro e certe comodità, pur sapendo che probabilmente non sarebbe più tornato. Partigiano in una terra non natia, perché nostra patria è il mondo intero e perché se la libertà se non è di tuttə, non è libertà.


“Ciao, se state leggendo questo messaggio è segno che non sono più a questo mondo. Beh, non rattristatevi più di tanto, mi sta bene così; non ho rimpianti, sono morto facendo quello che ritenevo più giusto, difendendo i più deboli e rimanendo fedele ai miei ideali di giustizia, egualianza e libertà.
Quindi nonostante questa prematura dipartita, la mia vita resta comunque un successo e sono quasi certo che me ne sono andato con il sorriso sulle labbra. Non avrei potuto chiedere di meglio. Vi auguro tutto il bene possibile e spero che anche voi un giorno (se non l’avete già fatto) decidiate di dare la vita per il prossimo, perché solo così si cambia il mondo.
Solo sconfiggendo l’individualismo e l’egoismo in ciascuno di noi si può fare la differenza. Sono tempi difficili lo so, ma non cedete alla rassegnazione, non abbandonate la speranza, mai!
Neppure per un attimo. Anche quando tutto sembra perduto e i mali che affliggono l’uomo e la terra sembrano insormontabili, cercate di trovare la forza e di infonderla nei vostri compagni.
È proprio nei momenti più bui che la vostra luce serve.
E ricordate sempre che ogni tempesta
comincia con una singola goccia.
Cercate di essere voi quella goccia.”
(Orso-Tekoşer-Lorenzo)

Di zovich

Sono una creatura selvatica, sono gramigna, sono strega ecotransfemminista, sono acqua che scorre e scava la pietra, non tollero i confini e le sovrastrutture che mi impediscono il movimento. Sono l'urlo muto delle galere, dei cervi braccati, delle donne* uccise. Sono mani spesse che seminano. "Torce nella notte" nasce come progetto benefit e di propaganda a sostegno della Rivoluzione del Rojava e dei suoi valori grazie la vendita di stampe, stands e collaborazioni probono.