Mohamed Bouazizi (1984-2010)
Venditore ambulante che si darà fuoco per protesta contro la crudeltà degli amministratori locali e i soprusi della polizia.
Mohamed Bouazizi nasce a Sidi Bouzid, città famosa per la corruzione e l’altissimo tasso di disoccupazione. Cresce in una famiglia molto numerosa e povera. Restato orfano di padre a tre anni, a 10 sarà già venditore ambulante. Inizierà subito a fare i conti con i costanti soprusi da parte della polizia locale. La ricerca di un lavoro stabile si ridurrà a sistematici rifiuti, ma nonostante le difficoltà, riuscirà a mantenere la sua famiglia, occupandosi anche dello zio invalido e della retta universitaria della sorella. Risparmiati i soldi per acquistare un furgoncino inizierà a vendere frutta e verdura. Quotidianamente, per anni, la polizia gli sequestrerà la merce pretendendo in cambio frutta e verdura gratis. Minacce e intimidazioni saranno routine.
La mattina del 17 Dicembre del 2010, Mohamed va a lavoro, pare un giorno come tanti. La sera prima per acquistare la merce aveva fatto 200 dollari di debito che voleva appianare quanto prima. Poco dopo essere arrivato, degli agenti gli sequestrano la bilancia, lo schiaffeggiano, insultano la memoria del padre morto e gli sputano addosso. Immediatamente il ragazzo va a denunciare l’accaduto presso gli uffici governativi, ma viene allontanato. Nemmeno quando minaccerà di darsi fuoco sarà ascoltato. Mohamed quindi acquista la benzina, torna verso gli uffici del governatore e nel bel mezzo del traffico urla:
“Come dovrei guadagnarmi da vivere?”.
In un attimo le fiamme lo avvolgono.
Arriverà in ospedale in condizioni gravissime, con ustioni su oltre il 90% del corpo. In seguito sarà trasferito in un centro per la cura dei grandi ustionati a Ban Arous e le sue condizioni si stabilizzeranno. L’ultimo giorno del 2010, il presidente tunisino andrà a trovarlo promettendo di farlo trasferire in Francia per essere curato, ma la promessa non sarà mantenuta e Mohamed morirà 18 giorni dopo la sua auto immolazione.
Oltre 5.000 persone parteciperanno al suo corteo funebre, e anche se la polizia impedirà allə partecipanti di passare da dove Mohamed si era dato fuoco, verranno intonati canti di rabbia e vendetta:
«Addio, Mohammed, ti vendicheremo.
Oggi piangiamo per te, ma presto faremo piangere coloro
che hanno causato la tua morte».
La sua morte scatenerà una serie di manifestazioni di protesta ovunque, specialmente nella capitale.
Lə manifestantə chiedono le dimissioni del presidente Ben Alì.
Il dittatore è ritenuto responsabile dei problemi economici e sociali che affliggono la popolazione, in primis dell’alto tasso di disoccupazione.
Il regime quindi, cercherà di reprimere le proteste con la violenza, ma non farà che peggiorare le cose.
Dieci giorni dopo, il presidente darà le dimissioni dopo 23 anni di insediamento.
Mohamed Bouazizi diventerà così l’emblema della Primavera araba.
Moltə giovani disperatə seguiranno il suo esempio: in sei mesi, saranno 107 i casi di auto-immolazione.
Nel 2014 in Tunisia, avranno luogo le prime elezioni democratiche, ma la situazione odierna resta drammatica: povertà estrema, zero prospettive e disoccupazione altissima.
Mohamed oggi riposa fra cactus, ulivi e mandorli e quello che resta di lui oggi, è la speranza.
