Angela Yvonne Davis (1944)
Attivista per i diritti civili, femminista, scrittrice, insegnante.
Trascorre l’infanzia in una zona ribattezzata ‘Dynamite Hill’, perché spesso le case delle famiglie nere vengono fatte saltare per aria. In seguito all’esplosione in una chiesa, moriranno tre sue giovani amiche.
A 14 anni si iscrive alla Little Red School House, scuola privata del Greenwich Village, quartiere radicale e progressista di New York. Lì comincia gli studi su socialismo e comunismo e inizierà a militare in un gruppo giovanile comunista. Proseguirà gli studi alla Brandeis University, in Massachusetts. Qualche anno dopo sarà in Europa, dove otterrà la laurea con lode in letteratura francese e studierà filosofia, ma l’eco delle lotte per i diritti civili oltreoceano, la spingerà a tornare in America.
Angela aderisce quindi al partito comunista e successivamente al movimento Black Panthers. Si concentra nell’individuare le radici dell’oppressione, sognando un mondo di lavoratorə senza gerarchie, libero da razzismo e sessismo.
Conseguita la laurea in filosofia, ottiene la cattedra all’Università di Los Angeles. Poco dopo sarà sollevata dall’incarico per essere membro del partito comunista. Fortunatamente la vicenda sarà dichiarata incostituzionale e Angela tornerà ad insegnare, almeno fino al 1970, quando verrà definitivamente espulsa.
Nel carcere di Soledad, sono detenuti vari membri delle Pantere Nere, fra cui George Jackson. Detenuto dall’età di 18 anni per un reato minore, (al tempo ne aveva scontati 11 di cui la maggior parte in isolamento). George in carcere legge Marx, studia economia e discipline militari e conosce molti guerriglieri neri con cui tenterà di trasformare la mentalità del criminale nero in quella del rivoluzionario, fondando la Black Guerrilla Family. In carcere lə attivistə afroamercanə non hanno per niente vita facile: lə bianchə vengono corrottə dalle guardie per picchiarlə, viene dato loro cibo marcio e sono costrettə a subire continue provocazioni e umiliazioni.
Il 3 gennaio 1970 durante l’ora d’aria, un secondino senza preavviso alcuno, spara dalla torretta di guardia uccidendo tre detenuti neri, uno di loro è W.L. Nolen co-fondatore della Black Guerrilla Family. I sopravvissuti, tra cui George, indiranno subito lo sciopero della fame.
La guardia verrà assolta per ‘legittima difesa’ e successivamente un suo collega verrà trovato misteriosamente morto. Qualche giorno dopo, nonostante la mancanza di prove, vengono accusati di omicidio George Jackson, John Clutchettee e Fleeta Drumgo, tutti attivisti politici. Rischiano la pena di morte. Verranno ricordati come i ‘Soledad brothers’.
Il 7 agosto 1970 Jon Jackson, fratello minore di George, appena diciasettenne, nel tentativo di farli evadere, verrà ucciso. Qualche giorno dopo, alcune delle armi usate da Jon risulteranno intestate ad Angela che verrà accusata di rapimento, cospirazione e omicidio, oltre che a finire nella lista dell’FBI dei dieci ricercati più pericolosi d’America.
Intanto Gerorge è trasferito nel carcere di San Quentin e tenuto in isolamento per lungo tempo. Ultima il suo libro, Blood in my eyes nell’Agosto 1971. Morirà poco dopo, colpito alle spalle dai cecchini durante una rivolta, il suo corpo resterà abbandonato in cortile per ore.
Angela sarà invece arrestata dopo una lunga latitanza. Per la sua liberazione si creeranno comitati e organizzazioni. Il suo caso avrà un grosso seguito mediatico, facendola conoscere al mondo.
Pienamente assolta, ricomincerà il suo percorso di militanza, concentrandosi particolarmente sul problema delle carceri e mettendo in luce che buona parte delle detenzioni sia responsabilità di razzismo e classismo.
Grazie alle sue competenze e al suo impegno, otterrà ruoli direttivi all’interno del Black Panthers Party e costruirà la sezione dello SNCC di Los Angeles. Sarà però criticata aspramente da diversi compagni, con l’accusa di ‘svolgere un lavoro da uomo’. (Che novità eh?!)
Le donne infatti, cominciavano a essere una componente importante del partito e verranno addirittura accusate di volersi impadronire dell’organizzazione.
Abbandonato quindi il movimento, studierà per cercare di capire l’origine del patriarcato nella comunità nera, riconducendola in buona parte a un’eredità del cristianesimo dei coloni bianchi e nella sostituzione culturale della società matriarcale nera. Attualmente la Davis insegna Storia della Coscienza, all’Università della California, dove ha diretto anche il Women Institute. Non è più iscritta al Partito Comunista statunitense, ma continua a sostenere gli ideali e i principi di sempre, con quel senso critico che l’ha portata a scagliarsi anche contro la degenerazione del movimento afroamericano verso il fondamentalismo islamico e misogino del Nation of Islam di Louis Farrakhan.
È vegana e ha fatto coming out come lesbica nel 1997.

“Quando si parla di Rivoluzione,
la maggior parte della gente pensa alla violenza,
senza rendersi conto che il contenuto reale
di qualsiasi spinta rivoluzionaria
risiede nei principi e negli obiettivi per cui si sta lottando,
non nel modo in cui si raggiungono.
D’altra parte, in una società che per sua stessa definizione
è organizzata sulla violenza,
dovresti aspettarti cose del genere come reazione.”
