Amilcar Cabral (1924-1973)
Rivoluzionario africano, scrittore, ingegnere agronomico. Riuscirà a liberare dal dominio coloniale portoghese Guinea Bissau e Capo Verde, ma verrà assassinato prima di poterlo vedere con i suoi occhi.
Guinea Bissau è sotto dominio portoghese dal XV secolo, i coloni sono interessati al commercio di schiavə e oro.
Si insediano senza riuscire a penetrare però all’interno, ricchissimo di materie prime. Per qualche secolo ripiegheranno quindi, sulla tratta dellə schiavə. Dopo l’abolizione della schiavitù, saranno però costretti a espandersi per poter aumentare le esportazioni.
In Portogallo, l’ascesa al potere del dittatore fascista António de Oliveira Salazar, renderà il regime coloniale ancor più oppressivo e brutale. Salazar manterrà il potere per oltre 35 anni col sostegno della chiesa: sopprimendo i sindacati, la libertà di stampa e ogni tipo di opposizione politica che potesse danneggiare il regime. Imporrà tasse e taglierà indiscriminatamente le spese, senza curarsi se la gente moriva di fame. Nel 1933, fonderà il partito unico, l’Unione Nazionale. Lo stesso anno creerà anche la Polícia Internacional e de Defesa do Estado (PIDE), a cui verrà affidato il compito di esercitare la completa barbarie. L’amministrazione centrale portoghese lascerà infrastrutture e scuole pressoché inesistenti, incrementando solo lo stato di oppressione.
Amilcar Cabral nasce nel 1924 a Bafata, in Guinea portoghese, da padre capoverdiano e madre guineana. Nel 1932 si trasferisce con la famiglia a Capo Verde. Terminati gli studi, appena ventenne comincia a lavorare per l’ufficio stampa nazionale e l’anno dopo vince una borsa di studio presso l’Istituto Agronomico di Lisbona. Durante il soggiorno a Lisbona, fonderà diverse organizzazioni studentesche incentrate sull’indipendenza africana e un Centro Per Studi Africani.
Nel 1952, tornato nella Guinea portoghese, lavorerà per i servizi agricoli e forestali. L’anno successivo è incaricato di condurre un’indagine agricola per conto del governo portoghese. Un anno di viaggio nella Guinea rurale, sarà fondamentale per convincerlo che l’indipendenza dalle colonie potesse avvenire solo attraverso la lotta armata. Tre anni dopo, a causa del suo impegno anticolonialista sarà costretto ad andarsene.
Trasferitosi in Angola si unisce al Movimento per la liberazione dell’Angola (MPLA). L’anno dopo, co-fonda il PAIGC, per il panafricanismo e la costruzione di un movimento indipendentista rurale, finalizzato alla nascita di uno stato stabile e indipendente.
Nel 1959 le autorità soffocheranno nel sangue uno sciopero di portualə Bissau. Poco più tardi inizieranno le prime azioni di guerriglia ai danni dell’esercito portoghese, che resta comunque tre volte più numeroso dellə guerriglierə.
Dal 1960 con il consenso del presidente ghanese Kwame Nkrumah, saranno quindi creati campi di addestramento militare in Ghana per le forze di guerriglia del PAIGC. Nel 1963, dopo ulteriori attacchi da parte dellə guerriglierə PAIGC, viene ufficialmente dichiarata guerra. Tre anni più tardi il PAIGC prenderà il controllo di oltre il 60% della Guinea-Bissau.
Intanto Amilcar continua a essere impegnato anche in tour di conferenze, e i suoi scritti trovano larga distribuzione in Inghilterra, Unione Sovietica e altri paesi.
Nel 1972 chiederà una delegazione per valutare il conflitto tra il Portogallo e PAIGC alla 163a sessione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Lo stesso anno inoltre, avvierà i preparativi formali per una Guinea indipendente, formando a Conakry, la capitale del governo in esilio della Guinea-Bissau.
Non riuscirà tuttavia a vedere il frutto della sua lotta. L’anno seguente verrà assassinato da due membri del PAIGC e da alcuni agenti portoghesi. La PIDE, infiltrata nel movimento, aveva infatti alimentato dissapori già presenti fra alcuni membri.
Dopo il suo assassinio un centinaio di ufficiali e guerriglieri del PAIGC, verranno accusati di complicità nella cospirazione e giustiziati.
Nel 1974 il PAIGC vince le elezioni con il 90% dei voti.
Nel frattempo, in Portogallo cade il regime Salazar, grazie alla rivoluzione dei garofani, colpo di Stato incruento, in cui una fioraia offrirà garofani ai soldati. I fiori saranno infilati nelle canne dei fucili, per segnalare alle truppe governative di non opporre resistenza, diventando così il simbolo dei moti pacifisti futuri.
“I COLONIALISTI DICONO CHE
CI HANNO FATTO ENTRARE
NELLA STORIA.
DIMOSTRIAMO OGGI CHE NO:
CI HANNO PORTATO
FUORI DALLA STORIA,
DALLA NOSTRA STORIA,
PER SEGUIRLI SUL LORO TRENO,
ALL’ULTIMO POSTO,
SUL TRENO DELLA LORO STORIA.”
(Dal suo discorso alla Conferenza di Dar es Salaam, Tanzania, 1965)