Aline Sitoè Diatta (1920 ca -1944)
la regina ribelle d’Africa, simbolo della resistenza Casamance a qualsiasi forma di dominio coloniale.
Nasce nel 1920 circa a Kabrousse nel distretto di Mossor, in Senegal. Morto il padre, si sposta a Dakar, dove è costretta a lavorare presso un colono responsabile delle ruberie delle materie prime in Africa occidentale. Nel 1940 circa torna a Casamance con un forte l’impulso di aiutare la sua gente. Aline è una sacerdotessa del culto della pioggia Kassarah. La leggenda dice che una “voce” le disse di ritornare al villaggio e liberare il Senegal dai coloni bianchi. La voce intimava anche, che altrimenti, avrebbe avuto sfortuna. Aline, secondo la leggenda, non obbedì subito e quattro giorni dopo si svegliò paralizzata. Tornata a Casamance la paralisi cessò. Tuttavia rimase zoppa per tutta la vita, (probabilmente fu colpita da poliomelite). Sentendo perciò l’urgenza di intervenire contro le ingiustizie dei coloni nei confronti della popolazione locale, incoraggerà il popolo: alla disobbedienza, a non pagare le imposte, a rifiutare la conversione al cristianesimo imposta col terrore e a non accettare né l’arruolamento nell’esercito francese, né il lavoro forzato nelle piantagioni d’arachidi, (prodotto commerciale per le esportazioni francesi).
Aline riterrà necessario il ritorno alle coltivazioni tradizionali in autonomia e per il proprio fabbisogno. Sarà la prima donna senegalese a pronunciarsi apertamente per l’uguaglianza di tuttə, donnə inclusə. Lə suə sostenitorə si moltiplicarono, la sua fama non tarderà a espandersi per tutta la regione e le folle cominciarono a venire in pellegrinaggio a conoscerla. Alla morte del re, sarà incoronata regina. Nonostante avesse predicato sempre la resistenza passiva, senza aver mai incitato alla violenza, sarà accusata dall’amministrazione coloniale, d’incitamento alla ribellione e di rifiuto dell’ordine. Nel 1943, i soldati francesi arrivati di notte per arrestarla, spareranno alla gente che dormiva e al suo posto cattureranno la donna sbagliata. Appresa la notizia che un’innocente fosse stata presa al suo posto, Aline si consegnerà spontaneamente.
Condannata a dieci anni di carcere, passerà da una prigione all’altra, tra Senegal, Gambia e Mali. Morirà il 22 maggio 1944 a Tombouctou, a causa di stenti, malattia e torture.
Ancor oggi, il popolo Diola, (minoranza etnica e religiosa), insorge periodicamente contro il governo centrale senegalese e contro lə coltivatorə di arachidi (oggi non più francesi), memore delle gesta della regina ribelle.
