le Mujeres libres contro il fascismo e il patriarcato

Lucía Sánchez Saornil (1895-1960)
Attivista anarco-femminista, poetessa e rivoluzionaria.

Nata a Madrid e allevata dal padre in condizioni di povertà, frequenta l’Accademia di Belle Arti. Poco più che ventenne comincia a pubblicare, con pseudonimo maschile, articoli sull’omosessualità per svariate testate.
In quell’epoca scrivere riguardo certe tematiche era illegale, motivo per cui deciderà di usare uno pseudonimo.
Nei primi anni 30 del ‘900 è segretaria alla scrittura per il CNT e redattrice di un quotidiano libertario fino all’inizio della guerra civile spagnola. Dal 1910 la CNT, (Confederazione Nazionale del Lavoro), sarà il principale centro sindacale orientato all’anarchismo, da cui in seguito nascerà la CGT. Quest’ultima aveva un’alta presenza di donne e riconosceva loro i diritti fondamentali del lavoro, come la libertà economica e la parità di retribuzione.
Nei suoi scritti Lucia esprimerà l’urgenza di abolire le differenze di genere, parlerà di maternità come scelta e non come funzione unica della donna, di controllo delle nascite e di emancipazione economica.
Nel 1935 con l’avvocata Mercedes Comaposada e la medica Amparo Poch y Gascon, da vita alla rivista Mujeres Libres. Sarà il megafono con cui grideranno che la lotta femminista fosse parte integrante della rivoluzione sociale e non potesse più venire preclusa dalla lotta di classe. Sottolineando che le donne spesso lavorassero anche il doppio: nei campi, a servizio o nelle fabbriche, e anche a casa.
In breve tempo il gruppo crescerà si unirà a Grupo Cultural Feminino, dando origine ad Agrupacion Mujeres Libres.
L’associazione conterà 147 gruppi locali e circa 21.000 affiliate.
Anche se la maggior parte delle militanti faceva già parte di altri gruppi anarchici, il gruppo avrà piena autonomia senza dipendere da CNT e FAI. Questa autonomia unita al fatto che gli uomini non potessero prenderne parte, (con eccezione del pittore che curerà le copertine della rivista), disturberà molti anche in ambito libertario. La scelta del separatismo sarà discussa a lungo dalle stesse compagne e presa in quanto unica possibile, dal momento che anche in ambito rivoluzionario, la questione femminile restava costantemente relegata a problema secondario e/o addirittura a “minaccia per la società futura”.
Le Mujeres Libres di fatto, apriranno la strada alle organizzazioni femministe future e uniranno la lotta contro lo sfruttamento capitalista con quella antipatriarcale.
Riusciranno ad avviare un processo di emancipazione della donna da triplice schiavitù che andrà dalla teoria alla pratica. Combattendo: l’ignoranza con l’istruzione, la schiavitù di genere con l’emancipazione femminile e l’ educazione sessuale, e la schiavitù sul lavoro con la lotta di classe e scioperi.
Avranno particolare cura verso l’educazione della prima infanzia in quanto vittima del patriarcato e del sistema borghese.
Le scuole infatti, avevano ancora sezioni separate e percorsi di studio diversi per maschi e femmine. Mentre ai bambini si insegnava a diventare futuri lavoratori, a leggere e fare i conti, le bambine venivano educate esclusivamente a essere mogli sottomesse e madri devote. Era essenziale quindi che l’educazione prendesse una svolta totale, promuovendo una scuola libera. Seguendo tale modello, durante la Rivoluzione, verranno realizzate scuole e asili nido. Inoltre, fino al 1939 le Mujeres Libres provvederanno a supportare la Resistenza fornendo: armi, guerrigliere, cure, medicine e viveri, specie per Madrid sotto assedio.
Organizzeranno inoltre: mense sociali, seminari sull’educazione sessuale e post-natale, corsi di alfabetizzazione, autodifesa e infermieristica. Infine creeranno anche una scuola di conducenti per donne, per fornire Servizi di Sanità nella retroguardia.
Durante la guerra civile spagnola, diverse fra le Mujeres Libres parteciperanno attivamente anche agli scontri armati e saranno decisive nelle occupazioni/riqualificazioni di edifici, come l’infaticabile Soledad Estorach. Lucia continuerà la propaganda anarco-femminista per radio, offrendo supporto alle donne nelle campagne.
Purtroppo l’inasprirsi della guerra civile, limiterà le attività del gruppo solo alla resistenza armata e le attiviste verranno sistematicamente perseguitate, esiliate e uccise. Lucia ripiegherà quindi a Valencia, dove editerà Threshold e Umbral e incontrerà l’amore della sua vita, America Barroso. Poco dopo sarà eletta generale dell’ International Antifascist Union.
Nel 1939 la coppia verrà esiliata in Francia ed espulsa tre anni dopo dai nazifascisti. Tornate a Valencia, grazie l’aiuto della sorella di America, fino al 1954 vivranno in clandestinità presso la famiglia di America. Al tempo infatti, essere lesbica comportava la carcerazione o l’internamento.
Negli ultimi anni Lucia tornerà a dipingere e scrivere poesie.
Morirà di cancro a 75 anni.

Puño en alto mujeres del mundo
hacia horizontes preñados de luz
por rutas ardientes,
los pies en la tierra
la frente en lo azul.

Afirmando promesas de vida
desafiamos la tradición
modelemos la arcilla caliente
de un mundo que nace del dolor.

¡Qué el pasado se hunda en la nada!
¡qué nos importa el ayer!
Queremos escribir de nuevo
la palabra MUJER.

Puño en alto mujeres del mundo
hacia horizontes preñados de luz,
por rutas ardientes,
adelante, adelante,
de cara a la luz.

(Inno delle Mujeres Libres,1937)

Di zovich

Sono una creatura selvatica, sono gramigna, sono strega ecotransfemminista, sono acqua che scorre e scava la pietra, non tollero i confini e le sovrastrutture che mi impediscono il movimento. Sono l'urlo muto delle galere, dei cervi braccati, delle donne* uccise. Sono mani spesse che seminano. "Torce nella notte" nasce come progetto benefit e di propaganda a sostegno della Rivoluzione del Rojava e dei suoi valori grazie la vendita di stampe, stands e collaborazioni probono.