Nestor Ivanovič Machno (1889 – 1934)
rivoluzionario anarchico ucraino impegnato
nella lotta contro zarismo e bolscevismo,
per la restituzione delle terre a chi le lavora.
Nasce in una famiglia contadina, a sette anni lavora come pastore e a dodici già combatterà con i kulaki.
Alto 1 metro e 65, fin da giovane claudicante in seguito una sparatoria, nel 1905 aderisce alla rivoluzione fra le file anarchiche. L’anno successivo, si unisce ad un gruppo militante impegnato a Huljaj Pole.
Tre anni dopo viene condannato a morte dalle autorità zariste, ma la pena è commutata in ergastolo data la sua giovane età.
Nel 1917 in seguito alla Rivoluzione di febbraio, è libero di tornare a Huljaj Pole.
Machno e compagnə, si organizzano prima in Unioni Contadine e poi in Soviet, espropriando le terre e rifiutandosi di pagare le rendite ai latifondisti.
Con il trattato di Brest-Litovsk, firmato da Lenin, parte del territorio Ucraino viene ceduto alle truppe austro-germaniche e conquistato facilmente in tre mesi, ponendo così le basi per la guerriglia.
Machno parte quindi con una delegazione per la Russia bolscevica, dovendo amaramente constatare che il nuovo regime è sempre più autoritario. Dopo un infruttuoso incontro con Lenin, tornato in Ucraina, viene a sapere che due dei suoi fratelli sono stati uccisi dagli occupanti tedeschi. L’impegno contro le truppe degli invasori gli costerà l’arresto per detenzione di materiale propagandistico.
Sarà liberato grazie alla il sostegno dellə compagnə, diventando così il punto di riferimento del movimento di resistenza ucraino.
Nel 1918 con la ritirata delle truppe austro-tedesche, sarà attuato un autogoverno anarchico.
Essendo l’Ucraina é prevalentemente contadina, in moltissimə aderiranno agli ideali anarchici dopo aver acquisito da Machno e compagnə, terre espropriate ai grandi latifondisti. Quindi organizzati in comuni, o soviet del lavoro, saranno indipendenti e coltiveranno la terra comunitariamente, senza supervisione o coordinamento da parte di un’autorità centrale. L’organizzazione sarà egualitaria e lə soviet avranno anche funzione di tramite fra i collettivi agricoli sparsi sul territorio. Similmente ai progetti dellə zapatistə, poi ripresi da Bookchin per la formulazione delle teorie sul Confederalismo Democratico.
Il sistema é inoltre oggetto di corrispondenza fra Machno e Malatesta.
Nel 1920, lə machnovistə tentano di stringere patto di collaborazione con i bolscevichi, ma le visioni divergenti porteranno allo scontro armato fra le due fazioni. Nonostante le iniziali gloriose vittorie, l’esercito di Machno verrà disperso dall’Armata Rossa.
Esiliato a Parigi, Machno continuerà ad essere calunniato dai bolscevichi, con l’assurda e infondata accusa di pogrom (antisemitismo).
Nonostante le gravi ristrettezze economiche e i tradimenti, continuerà l’attività politica, spesso privandosi anche del cibo pur di aiutare lx compagnx. Aderirà al gruppo anarchico Delo Truda (La Causa del Lavoro) e conoscerà Pio Turroni che lo descriverà come una persona sempre disponibile verso lə compagnə e chiunque avesse bisogno di aiuto.
Morirà di tubercolosi, nel 1934. Le sue ceneri riposano nel cimitero di Père Lachaise.
“Da queste prospettive, dispiegate della miseria
umana e personale,
l’umanità deve forgiare la convinzione
che siamo tutti fratelli
e lottare per la libertà.
Una persona potrà dirsi libera,
solo se è pronta a uccidere
ogni boia e ogni magnate del potere,
che non voglia interrompere le sue vergognose condotte.
È libera solo se
si impegna a cambiare il suo governo (…)
UNA SOCIETÀ BASATA
SULLA RESPONSABILITÀ PERSONALE,
LA CUI DICHIARAZIONE SULLO STATO
DEVE ESSERE DI DISTRUZIONE TOTALE.”
