La poetessa dell’anarchia

Virgilia D’Andrea (1888 – 1933)
Anarchica, antimilitarista, scrittrice,
poetessa e sindacalista dell’USI.

Nasce a Sulmona l’11 febbraio del 1988. Rimasta orfana in tenera età, nel giro di pochi mesi perde padre, madre e due fratelli. Crescerà in convento, dove presto si appassionerà alla letteratura, prediligendo Leopardi, Carducci e Ada Negri. Questa passione per lettura e scrittura la spingerà a diventare maestra a soli 19 anni.
Nel 1915, nonostante la fortissima censura e propaganda dell’epoca, si schiererà contro l’ingiustizia sociale e l’entrata dell’Italia in guerra, si unirà unendo al movimento anarchico abruzzese.
Due anni più tardi conoscerà Armando Borghi che sarà suo compagno sia nella lotta che nella vita. Infatti, proprio con Borghi e Malatesta darà vita all’USI (Unione Sindacale Italiana), sull’eco dell’IWW americano (Industrial Workers of the World). Quando Borghi sarà confinato dalla polizia a Isernia, sarà lei a dirigere il periodico dell’USI, Guerra di Classe. La polizia, come testimoniano i verbali dell’epoca, sottovaluterà molto le doti di Virgilia, ritenendo per partito preso che una donna non potesse mandare avanti un’organizzazione sindacale. In ogni caso, anche “essere la compagna di …” era sufficiente per essere costantemente piantonata dalla sbirraglia.
Terminata la guerra e tornato Borghi, la coppia partirà per un giro di propaganda anarchica in tutta l’Italia.
Nel 1920, la poesia Resurrezione dedicata allə ribelli della Ruhr, armata operaia d’Europa, le varrà l’accusa e l’arresto per cospirazione contro lo stato.
Tornata in libertà riprenderà immediatamente a scrivere per Guerra di classe e Umanità Nova e pubblicherà Tormento, dedicato a Malatesta che ne scriverà l’introduzione. La pubblicazione questa volta le costa una denuncia per vilipendio.
Diventato il tanfo fascista insopportabile, Virgilia e Borghi lasciano l’Italia. Coglieranno l’occasione per portare le tematiche delle loro conferenze in tutta Europa.
Qualche tempo più tardi Borghi parte per l’America, mentre Virgilia a Parigi fonda e dirige la rivista anarchica Veglia, punto di riferimento per le iniziative solidali in favore di Sacco e Vanzetti.
Nel 1928, raggiunto Borghi in America, nonostante sia ormai minata nel fisico, inizia l’ennesimo tour di conferenze di propaganda anticlericale e antinazionalista. Sostenendo con forza che il concetto di patria altro non sia che un pretesto per giustificare il nazi-fascismo, perpetuare il dominio di classe, e che la religione si serva dell’ignoranza per mantenere l’oppressione.
Scrive anche per l’edizione americana de L’Adunata dei Refrattari e nel frattempo lavora a quello che sarà il suo ultimo libro, l’autobiografia in prosa, Torce nella notte.(da cui prende ovviamente il nome il titolo di questo progetto).

Operata per un tumore all’intestino, il suo stato di salute non migliora e muore in ospedale nel 1933.
L’uscita di Torce nella notte sarà vietata in Italia e ne verrà ordinata la distruzione di tutte le copie. Tuttavia le idee resistenti non si possono estirpare in nessun modo.

“Io… io perché debbo dirle che un giorno anche lei mi ha ingannata…

io… debbo dirle che Bresci ha ucciso per vendicare chi era stato trucidato.”
La direttrice fece bruscamente un passo indietro. Di certo la povera donna aveva dovuto dimenticare il re e Bresci e quell’afosa sera lontana e doveva, in quel momento, essere sotto l’impressione che io fossi improvvisamente impazzita.

“Sì… Bresci ha ucciso per punire un tiranno. È dura la vita, quando la vita è una ingiustizia… ed io lo so… io lo so che cosa è l’ingiustizia… io lo so che cosa significa non avere nessuno…” e non mi fu possibile finire, perché un pianto largo, impetuoso, violento, mi ruppe la voce ed il petto.

La direttrice rimase sconcertata… mi prese le mani… cominciò a cercare qualche parola: “Tu non dirai più queste eresie… tu non dirai a nessuno quello che hai detto a me.”
Poi mi attirò lentamente verso il crocifisso che pendeva sul suo letto:

“Vieni qua, dì insieme con me…Padre nostro che sei nei cieli…”
Io ripetetti piano, piano, fra i singhiozzi: “Padre nostro che sei nei cieli…”
Ma lentamente, lentamente… sopra il viso del Cristo, vidi sovrapporsi il viso di Bresci… quel volto ovale, pallido e chiuso, che anni prima avevo veduto impresso su tanti giornali.

E la mia preghiera diventò allora più dolce e più quieta.

“Così, brava” mi ripeteva la direttrice che non poteva riuscire a comprendere più nulla di quello che accadeva in me.

“Brava, dì ancora…Io ti amo, io ti amo, mio dio; ma tu guidami, ma tu proteggimi”.

Ed io, tutta protesa verso il pallido, chiuso volto di Bresci, ripetevo in una mistica adorazione, sostituendo quel suo bel nome breve e sonoro a quello astratto di dio:

“Io ti amo, io ti amo; ma tu guidami, ma tu proteggimi.”

E mai supplice implorazione d’amore fu più pura e più ardente di quella.

(da Torce nella notte, Virgilia D’Andrea, 1933)

ANIMA ROSSA

E vide regge maestose, altere,
Nei tramonti dorati,
Sognanti baci delle pure sere
Sopra giardini vasti e imbalsamati,
E soffitte poi vide ed il tormento
D’antri luridi, impuri,

Miseria, fame e sibilo di vento
E fonde piaghe di martirî oscuri,
E gemme, argento e seriche vestaglie
E schiamazzi di feste,
E cenci, angosce e lacrime e gramaglie
E serti d’oro su le bionde teste,

Questa, disse, è la vita e noi si vive
Per vederci soffrire:
Questa è, dunque, la vita e noi si vive
Per puntellare i troni e poi morire.
Schiavi e vigliacchi noi, che assecondiamo
D’essere cenci e strame,
Bruti ammansati noi, che l’accettiamo
Il nodo acerbo di catene infame.

E verso il sole alzò la pura fronte
E disse: «Alla riscossa»
Gettò dal mare, a la pianura, al monte
La sfida calda di giornata rossa.

(Frammento di Anima Rossa da Tormento, Firenze, Gennaio 1919).

Di zovich

Sono una creatura selvatica, sono gramigna, sono strega ecotransfemminista, sono acqua che scorre e scava la pietra, non tollero i confini e le sovrastrutture che mi impediscono il movimento. Sono l'urlo muto delle galere, dei cervi braccati, delle donne* uccise. Sono mani spesse che seminano. "Torce nella notte" nasce come progetto benefit e di propaganda a sostegno della Rivoluzione del Rojava e dei suoi valori grazie la vendita di stampe, stands e collaborazioni probono.