Leda Rafanelli (1880-1971)
Anarchica, femminista e musulmana. Scrittrice, giornalista,
poetessa, editrice e chiromante. Combatterà tutta la vita per la giustizia sociale e l’emancipazione femminile.
Nasce il 4 luglio 1880 a Pistoia da genitori livornesi. La sua famiglia è poverissima, così a dodici anni trova impiego come operaia in una tipografia, mostrando da subito una naturale inclinazione alla scrittura. Appena sedicenne, la sua poesia Gomene, verrà infatti pubblicata sul giornale socialista di Filippo Turati.
Nel 1903, vive per un periodo ad Alessandria d’Egitto, dove entra in contatto con il gruppo anarchico Baracca Rossa e collabora con il periodico egiziano Il Domani.
Diventata vegetariana si converte all’Islam, interessandosi particolarmente al sufismo. La sua conversione incarnerà perfettamente la sua avversione contro il colonialismo. Riuscirà a coniugare anarchismo e fede musulmana in uno stile di vita votato all’assoluta indifferenza per i problemi economici, anche a costo di precarietà e povertà: una zingara anarchica.
Tornata in Italia, si stabilirà a Firenze, dove inizierà a militare attivamente. Alla Camera del Lavoro di Firenze ritrova Luigi Polli, un giovane anarchico già conosciuto in Egitto. Si innamorano e da questa unione nascerà la casa editrice anarchica Rafanelli-Polli.
A venticinque anni, grazie alla sua infaticabile attività di scrittrice, il nome di Leda è già noto negli ambienti libertari. Stimata da Gori, Borghi e D’Andrea, viene invitata a presentare il suo lavoro in giro per l’Italia. Le analisi politiche e sociali esposte nei suoi articoli, sono sagaci, pungenti e sempre attente a dare un punto di vista femminista. Qualche tempo dopo, Leda e Luigi si separano e Leda incontra Giuseppe Monanni. Insieme fondano la rivista Vir, e nel 1908 cominciano a collaborare con Nella Giacomelli e Molinari, al giornale individualista, Il Grido della Folla, che sarà poi rititolato La Protesta Umana.
Leda collabora a un’infinità di pubblicazioni libertarie: Il Pensiero di Gori e Fabbri, Il Libertario, La Blouse, La Donna Libertaria ecc.
Molinari e Giacomelli la incitano a fondare nel 1910 quella che diventerà la più importante casa editrice libertaria italiana: la Società Editrice Sociale. Fra le pubblicazioni: Bakunin, Proudhon, Gori, Kropotkin, ma anche Stirner e Nietzsche. Leda curerà anche un’altra rivista, la fiorentina, Sciarpa Nera.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, mentre Monanni diserta e ripara in Svizzera, mentre lei partecipa attivamente alla campagna antimilitarista, opponendosi ai firmatari del Manifesto dei Sedici (1915) che avevano l’ardire di giustificare l’intervento in guerra, con lo scopo di trasformare la guerra mondiale, in rivoluzione sociale.
Nel dopoguerra, dopo vari problemi economici, l’attività editoriale Rafanelli/Monanni, riprende con maggior fortuna per incagliarsi nuovamente in acque putride, durante il regime fascista. Nel 1923, le pubblicazioni continuano in barba alla chiusura ufficiale imposta dal regime e la sede verrà incendiata in quanto “covo di anarchici”. Fortunatamente in breve, grazie alla solidarietà dellə compagnə, l’attività riprenderà per altri 10 anni, come Casa Editrice Monanni.
E mentre in Libia l’esercito italiano da sfogo alla “pacificazione”, cioè lo sterminio delle tribù ribelli dei Senussi, Leda si impegna in una campagna di solidarietà verso l’etnia falascià. Un gruppo di stirpe ebraica, trapiantato da secoli in Etiopia e perseguitato dal governo e dai dignitari della chiesa cristiano-copta.
Con questo stimolo, nel ‘29, scriverà il romanzo, L’oasi. Romanzo arabo, usando lo pseudonimo Etienne Gamalier.
Durante in regime fascista si ritirerà dalla vita pubblica e non uscirà più, nemmeno a regime finito. Fra angustie economiche e familiari, eserciterà in casa come chiromante, darà lezioni di arabo e continuerà a scrivere: racconti per ragazzi, poesie, romanzi ancora inediti e molte lettere.
Integra e fiera sebbene in miseria, respingerà le proposte di pubblicazione dalle case editrici borghesi.
Morirà a Genova il 13 settembre 1971, due mesi dopo aver compiuto 91 anni. Le sue ultime parole saranno:
“Leda Rafanelli,
partendo per sempre,
saluta tutti i compagni.
Viva l’anarchia!”.
“L’idea non è il dogma, perché la nostra idea,
non è una religione che verrà imposta nell’avvenire.
La nostra idea è qualcosa di più grande,
di più alto e poderoso:
LA COMPLETA LIBERTÀ
È NELLA STRETTA INTERNAZIONALE
DEI POPOLI LIBERI
DA TUTTE LE CATENE.
Quelle catene che opprimono dobbiamo romperle noi,
spezzarle, contorcerle,
nella potente lotta di rivendicazione dei nostri diritti.”
