Alexandra David Neel (1868-1969)
Esploratrice, scrittrice, femminista, cantante d’opera, anarchica, studiosa di religioni e lingue orientali.
La sua storia inizia a diciotto anni, quando scappa di casa in bicicletta per sfuggire a un matrimonio combinato e su due ruote arriva fino in Spagna, corre l’anno 1886.
Studia filosofie orientali e inglese a Londra, mentre a Parigi è iscritta alla Società Teosofica, dove approfondirà gli studi sul buddhismo tibetano e lingue orientali.
Al contempo si muove fra movimenti femministi e anarchici e inizia a scrivere. I suoi primi articoli saranno editi da un giornale socialista, successivamente sarà collaboratrice di La Fronde, giornale femminista. Presto però, le sue idee anarchiche si scontreranno con le priorità del gruppo, facendola allontanare dal movimento pur continuando a sostenere la causa. Del 1899 sarà invece Pour la vie, un trattato sull’anarchia, con la prefazione del geografo anarchico Élisée Reclus. Alexandra sarà legata a Reclus fin dall’infanzia, per lei era una sorta di zio, (era molto amico del padre) i due continueranno a scriversi per tutta la vita. Pour la vie, rifiutato dagli editori, verrà autoprodotto, diventando in breve tempo popolare negli ambienti anarchici e venendo tradotto in cinque lingue.
Nel 1890 ca. grazie a una eredità proveniente dalla nonna materna, Alexandra ha occasione di viaggiare per tutta l’India. Successivamente girerà il mondo come cantante lirica, diventando prima donna all’Opera di Hanoi. Si trasferirà quindi in Africa settentrionale per studiare il Corano e lì conoscerà anche suo marito Philippe, ma il matrimonio non fa per lei, e ben presto riparte.
Dal 1914 al 1916 vive eremita in una caverna nel Sikkim dove adotta il giovane tibetano Aphur Yongden che la accompagnerà nei successivi viaggi.
In Giappone, sulla via dell’illuminazione buddhista incontra Ekai Kawaguchi che nel 1901 ha visitato Lhasa. Desiderosa di imitarlo, raggiunge Pechino e vestita da tibetana, attraversa la Cina a piedi, in piena guerra civile e raggiunge Lhasa. A testimonianza dell’avventura ci resta Viaggio di una parigina a Lhasa.
Nel 1937, dopo qualche anno in Europa, torna in Cina, dove a causa della seconda guerra mondiale, resterà fino al 1946. Finita la guerra tornerà definitivamente in provenza.
All’età di 100 anni, segue con una soddisfazione la rivolta del Maggio ‘68. Un anno prima di morire, deciderà di ristampare i suoi scritti in seguito all’incontro con un gruppo di giovani anarchichə che inviterà nella sua casa, e a cui confessarà il suo stupore nell’aver rivisto sventolare per le strade bandiere rosso-nere.