Voltairine de Cleyre (1866-1912)
Anarco-femminista, anticlericale convinta, scrittrice, poetessa, insegnante e militante infaticabile. I suoi scritti saranno tradotti in tutto il mondo.
Nasce a Leslie, nel Michigan, il 17 novembre del 1866, figlia di un francese emigrato negli Stati Uniti (amante di Voltaire) e di un’americana fortemente cattolica e puritana. Verrà educata e istruita in un convento di suore, definendo a posteriori così quest’esperienza:
«Fu come stare nella valle dell’ombra della morte e rimase una bianca cicatrice nella mia anima, dove ignoranza e superstizione mi bruciarono con il loro fuoco d’inferno in quei giorni soffocanti»
Tenterà anche di fuggire a nuoto, ma sarà ritrovata e rispedita in convento, dove alla fine, si diplomerà con summa laude.
Leggendo gli scritti di Thoreau e dopo l’impiccagione dei Martiri di Chicago, sposerà definitivamente la causa anarchica.
Voltairine riteneva che la sua epoca fosse caratterizzata da un’ unica idea dominante: il successo materiale, di cui riteva responsabili anche le correnti socialiste. Questo la porterà a concludere che il socialismo fosse comunque autoritario, gerarchico e trascurasse del tutto pluralità e diversità:
«Il socialismo invocato da Marx è reazionario perché impone un ordine che contrasta i fatti che contraddistinguono l’evoluzione sociale, quali l’elasticità e la differenziazione continuamente crescente.»
Affermava inoltre che l’anarchismo dovesse sovvertire e annientare l’autorità e la gerarchia con l’autocontrollo e lo sperimentalismo:
«Solo la libertà e l’esperimento possono determinare migliori forme di società»
Sarà assoluta sostenitrice dell’autosufficienza e delle autonomie, del volontarismo federativo, del rifiuto delle istituzioni come strumento di cambiamento, della decentralizzazione, dell’azione diretta, della disobbedienza e della resistenza passiva, tipica di tutta la storia moderna americana. In buona sostanza Voltairine incarnerà a pieno il più genuino individualismo libertario.
Preparerà la difesa per l’arresto della Goldman, denunciando il tradimento dei valori di libertà, contenuti nella Dichiarazione d’Indipendenza e nella stessa Costituzione Americana, sostenendo che l’anarchismo fosse lo strumento più adatto, per la concretizzazione di tali principi.
Voltairine sognerà tutta la vita un mondo libero dall’oppressione capitalista, senza uno stato, ma formato piuttosto da migliaia di piccole comunità autosufficienti e cooperanti.
Una visione non poi così diversa dal Comunalismo Libertario, (meglio noto come Confederalismo Democratico), praticato attualmente in Rojava.
Durante la sua vita sarà tormentata dalla malattia e dalla depressione e tenterà il suicidio in almeno due occasioni.
Sarà anche bersaglio di un attentato da parte di un ex alunno con disturbi mentali e prontamente lo difenderà dalle accuse:
“Sarebbe un oltraggio alla civiltà se fosse mandato in prigione!”
L’attentato le lascerà tuttavia problemi a un orecchio e un’infezione alla gola.
Nel 1911 appoggierà con forza la Rivoluzione Messicana, specialmente le attività dell’anarchico Ricardo Flores Magón. La sua ultima poesia sarà infatti dedicata allə attivistə messicanə.
Voltairine morirà di meningite a 46 anni l’anno successivo.
È sepolta al Forest Home Cemetery in un sobborgo vicino a Chicago, vicino a Emma Goldman che chiederà espressamente di essere tumulata proprio vicino a lei.
“Dalla nascita della Chiesa,
dal grembo della Paura e dalla paternità dell’Ignoranza,
è stata insegnata l’inferiorità della donna.
In una forma o nell’altra, attraverso le varie leggende mitiche
dei vari credi mitici,
scorre la corrente sotterranea della caduta dell’uomo,
attraverso la persuasione della donna,
la sua condizione soggettiva come punizione,
la sua naturale viltà, totale depravazione, ecc.
Dai giorni di Adamo fino ad oggi la Chiesa cristiana,
ha fatto della donna la scusa e il capro espiatorio
delle azioni malvagie dell’uomo.”