Resistenza Yaqui

Raquel Padilla Ramos è stata assassinata il 7 Novembre a Ures nello stato di Sonora in Messico, dal suo compagno. La sua morte violenta è stata classificata come l’ennesimo femminicidio, considerato una prassi usuale di cui il governo generalmente non si occupa.

Ma Raquel non è soltanto un altro numero di una lista, nessun@ dovrebbe esserlo. Raquel era un’antropologa, storica e attivista che si occupava di femminismo e della difesa delle popolazioni indigene Yaqui.

La storia di questo popolo meriterebbe un approfondimento, per ora mi limito a dirvi che per secoli spagnoli prima e messicani poi, li hanno sterminati e oppressi, impiegandoli specialmente nelle miniere e nei campi facendoli lavorare fino alla morte.

Nonostante queste atroci avversità hanno resistito alla morsa coloniale ed esistono ancora oggi.

Tornando alla nostra attivista accademica, Raquel, come sovente accade a molte sue colleghe, era spesso vittima dell’appropriazione indebita dei meriti dei suoi studi e ricerche.

Ma era una combattente. Nonostante le costanti minacce di morte e furti intellettuali, fino all’ultimo ha perseverato nella difesa dei diritti indigeni. Ha scritto libri e numerosi articoli in difesa di donne, bambini e dei territori indigeni, denunciando apertamente la violenza esercitata dallo stato nei loro confronti.
Nei suoi ultimi tweet, una settimana prima del suo omicidio, aveva segnalato le gravi ingiustizie della violenza femminicida compiute dai cartelli di Sonora.

Nel suo primo libro, Yucatán, fin del sueño yaqui, racconta di come le donne Yaqui si fossero opposte all’obbligo imposto dal governo messicano di sposarsi con i Mayas, mentre erano schiavizzate nelle piantagioni di agave. Denuncia di come il governo messicano avesse tentato di controllare la riproduzione delle indigene, spesso fallendo.

Nel testo inoltre, si sottolinea come la capacità di resistenza al colonialismo sia sempre stata un elemento determinante per sopravvivenza indigena.

Paradossalmente Raquel è morta nel tentativo di opporsi al desiderio del suo partner di controllare lei e la sua sessualità, proprio come il governo messicano aveva fatto con le donne Yaqui.
L’uccisione sistematica di donne in Messico negli ultimi 30 anni è stata agghiacciante. Si parla di almeno 110.000 donne uccise.

La negligenza dello Stato messicano ha fatto si che il fenomeno diventasse una questione internazionale coinvolgendo la Corte d’Appello delle Nazioni Unite.
L’assassinio di Rachel purtroppo ci insegna un’amara lezione: nemmeno essere una donna emancipata, acculturata e femminista ti mette necessariamente al riparo da una morte violenta. Quella contro il patriarcato, capitalismo e colonialismo è una guerra!

Quindi: guerra sia!

#SayHerName: Raquel Padilla Ramos vive.

Di zovich

Sono una creatura selvatica, sono gramigna, sono strega ecotransfemminista, sono acqua che scorre e scava la pietra, non tollero i confini e le sovrastrutture che mi impediscono il movimento. Sono l'urlo muto delle galere, dei cervi braccati, delle donne* uccise. Sono mani spesse che seminano. "Torce nella notte" nasce come progetto benefit e di propaganda a sostegno della Rivoluzione del Rojava e dei suoi valori grazie la vendita di stampe, stands e collaborazioni probono.