Errico Malatesta (1853-1932)
Teorico dell’anarchismo, agitatore politico, giornalista, scrittore; sarà una delle figure cardine del movimento anarchico italiano.
Visiterà tutto il mondo, tornando anche più volte in Italia, editando giornali, scrivendo, collaborando alla nascita di sindacati, partecipando alle insurrezioni dei paesi che lo ospitano e finendo spessissimo agli arresti per questioni politiche.
Nel 1874 guida i moti insurrezionali anarchici in Puglia e a Bologna, ma viene arrestato e sconterà un anno di pena a Trani.
Tre anni più tardi, guiderà la banda del Matese, composta da una trentina di internazionalisti che mirano a coinvolgere chi abitava nei paesi vicini, nella lotta contro le autorità locali. Come da copione, la loro sete di giustizia verrà ricompensata con il carcere.
Più volte denunciato, arrestato e costretto all’esilio, sarà tra i promotori dei moti proletari ed antinterventisti del 1914.
Tornato definitivamente in Italia nel 1919, dopo aver partecipato alle varie Internazionali anarchiche d’Europa, tenterà invano di promuovere un’alleanza tra forze anarchiche, repubblicane, socialiste e sindacaliste. Lo stesso anno contribuirà assieme a Virgilia D’Andrea e Borghi, alla costituzione dell’Unione Sindacale Italiana (U.S.I.).
Poco più tardi, fonderà Umanità nova, testata anarchica che raggiungerà presto la tiratura di 50.000 copie.
Un anno dopo sarà arrestato insieme ad altrə compagnə, fra cui Borghi, e inizierà lo sciopero della fame. Verranno assoltə un anno dopo.
Quando il fascismo calerà la sua falce insanguinata sull’Italia, rifiuterà di seguire lə compagnə esuli, scelta di cui avrà amaramente da pentirsi.
Riprenderà la direzione di Umanità nova fino alla definitiva ascesa di Mussolini. I fascisti infatti, devasteranno a più riprese la redazione rendendogli impossibile proseguire, ma Errico non si arrenderà ed editerà dal ‘24 al ‘26, Pensiero e volontà.
L’approvazione delle leggi fascistissime (1925-1926) consacrerà ufficialmente il regime decretando la fine della sua carriera giornalistica.
Passerà gli ultimi anni, confinato nella sua casa e costantemente piantonato da squadracce fasciste alla porta.
È sepolto presso il Cimitero del Verano di Roma.
